mercoledì 30 settembre 2015

Recensione #85 - La vita prodigiosa di Isidoro Sifflotin di Enrico Ianniello

Buongiorno lettori e buon mercoledì! Finalmente riesco a trovare qualche minuto per scrivere questo post! Negli ultimi giorni purtroppo sembra andare tutto storto e remare tutto contro. Passerà...come sempre... Torno con la recensione di un libro che ho letto nel mese di agosto:  La vita prodigiosa di Isidoro Sifflotin di Enrico Ianniello edito da Feltrinelli, 272 pagine.

Trama: Sulla caviglia dello stivale Italia, là dove sta l’osso pezzillo, nasce il nostro eroe, Isidoro Sifflotin. Nella casetta di Mattinella, che sta su da trecento anni e “non crollerà mai”, il prodigioso guagliunciello Isidoro affina una dote miracolosa, ricevuta non si sa come da Quirino – il padre strabico, poetico e comunista – e da Stella, la mamma pastaia. Qual è questa dote? La più semplice: Isidoro sa fischiare, e fischia in modo prodigioso. Con il suo inseparabile merlo indiano Alì dagli sbaffi gialli, e l’aiuto di una combriccola stralunata, crea una lingua nuova, con tanto di Fischiabolario, e un messaggio rivoluzionario comincia magicamente a diffondersi. Proprio quando il progetto di un’umanità felice e libera dal bisogno sta per prendere forma, succede qualcosa che mette sottosopra l’esistenza di Isidoro. “Tutto quello che cresce si separa”: con addosso questo insegnamento di mamma Stella, Isidoro, ormai ragazzo, scopre Napoli e si imbatte, senza neanche rendersene davvero conto, in un altro linguaggio prodigioso e muto: quello dell’amore.
È come se il fischio di Enrico Ianniello chiamasse a raccolta intelligenza del cuore, miracoli dell’immaginazione, gioia dell’invenzione. Isidoro Sifflotin è un sicuro amico di tutti i buoni lettori. Un appuntamento irrinunciabile.

“Chi non ha sofferto, canticchia. Chi ha sofferto, canta!”
 
Ho cominciato questa lettura dopo averne scoperto l'incipit grazie alle puntate della rubrica Chi ben comincia che avevo deciso di dedicare al Premio Bancarella; questo era infatti uno dei finalisti. Se vi siete persi quel post cliccate qui.
Se devo essere sincera, dall'incipit mi aspettavo un taglio della storia più divertente infatti l'ho preso in mano un giorno in cui, in vacanza, dopo aver letto un libro impegnato e doloroso, cercavo qualcosa di abbastanza leggero. In questo libro ho trovato tutt'altro che, per carità, mica è un difetto, ma probabilmente se lo avessi letto in un altro momento lo avrei apprezzato maggiormente.
Isidoro ci racconta in prima persona la sua storia, una storia per niente semplice ed anche molto triste. L'infanzia in un paesino dell'Irpinia con gli amici di sempre, una madre e un padre particolarmente affiatati e amorevoli, un cugino compagno di giochi e un'amica del cuore speciale.
Isidoro è un bambino particolare: è in grado di parlare con gli uccelli fischiando.
Anche il suo primo incontro con il mondo è stato accompagnato non da un vagito ma da un fischio; qualcosa che nessuno si sarebbe mai aspettato da un neonato e che ha lasciato - come potete immaginare - tutti a bocca aperta.
È accompagnato dal suo inconfondibile fischio che Isidoro cresce, diventa ragazzo e poi un adulto.
Stella, sua madre, prepara la pasta fatta in casa da vendere ai ristoranti che gliene fanno richiesta; Quirino, suo padre, è un rappresentante sindacale nella fabbrica in cui lavora e ogni mattina, prima di uscire di casa, si diletta nella scrittura di lettere d'amore in bagno rivolte ad improponibili personaggi più o meno famosi - primi tra tutti la moglie e il figlio ma anche Bach, se stesso, il Presidente della Repubblica Pertini - ed è un sostinitore accanito della pallocentrica che non c'entra niente con le partite di pallone, tutt'altro.
In quella penombra magica dell'alba [...] a cosce aperte si sciacqua le palle.
Devo dire che l'arte della pallocentrica è la cosa più esilarante del libro; quel momento di puro piacere che Quirino si concede ogni mattina per risvegliarsi. Un atto apparentemente superficiale che però si inserisce in un rituale di intimità in cui il capo famiglia scrive le sue lettere d'amore in bagno. Quelle stesse lettere che il lettore troverà disseminate per tutto il libro e che lo faranno sorridere ma anche molto riflettere.
Un libro, questo, molto profondo, di riflessione, ma anche a tratti divertente che traccia, attraverso gli occhi di Isidoro, un quadro di una famiglia del sud negli anni della lotta di classe, con le disgrazie ed i piaceri tipici di una normale famiglia italiana.
Le disgrazie infatti non mancheranno - gli anni di ambientazione sono a cavallo con il purtroppo noto terremoto in Irpinia - e non mancherà neanche la denuncia verso uno stato superficiale e menefreghista.
Impressionante quanto questa visione, che comunque ritroviamo ogni giorno oggi nei pensieri della gente, sia assolutamente compatibile con una visione riferita agli anni '80.
L'autore è capace di creare un'ambientazione e dei personaggi che danno l'atmosfera giusta per la storia che ci viene raccontata; nessun avvenimento succede per caso e nessun personaggio è solamente di contorno.
Un autore alla sua prima opera che ha cercato di creare un libro differente da quelli già scritti, riuscendoci anche molto bene. Lo terrò sicuramente d'occhio!
Di dicuro ha già colpito positivamente la critica infatti ha ricevuto numerosi, importanti, riconoscimenti e più precisamente:
PREMIO SELEZIONE BANCARELLA 2015
PREMIO CAMPIELLO OPERA PRIMA 2015
PREMIO JOHN FANTE OPERA PRIMA 2015
PREMIO L'ANTONELLO 2015 AL MIGLIOR BOOKTRAILER
MEDAGLIA D'ORO PER L'ILLUSTRAZIONE della Society of Illustrations NY
Cosa ne pensate? Conoscete questo libro? Lo avete letto? 

VOTO: 


5 commenti:

  1. non ho letto questo libro, nè conosco l'autore, ma mi è già capitato di leggere sentimenti e impressioni ambientati nel passato ma molto attuali

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  2. Ciao Dany, nonostante il tuo tre e mezzo, sei riuscita ad incuriosirmi...una trama particolare devo dire, lo segno per un momento d'ispirazione.

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    1. Ciao! Tre e mezzo non è un brutto voto! Non gli ho dato di più solo perché mi aspettavo un taglio totalmente diverso quindi mi ha lasciato un po' a bocca asciutta!;)

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    2. Voglio leggerlo, le trame singolari mi si addicono ;-)

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