venerdì 25 novembre 2016

Recensione #159 - Ti darò il sole di Jandy Nelson

Buonasera lettori, in ritardo ma arrivo! Sono qui per lasciarvi una recensione, quella di un libro che probabilmente non avrei mai letto se non fossi stata obbligata Baba Desperate Bookswife non mi avesse chiesto di partecipare insieme a lei al gruppo di lettura che Denise del blog Reading is Believing ha organizzato. Il libro è Ti darò il sole di Jandy Nelson edito da Rizzoli, Pag. 485. Come potete vedere ultimamente sto sperimentando molto nelle mie letture e devo dire che la cosa mi piace molto anche se a volte, come in questo caso, mi imbatto in libri che mi soddisfano solo a metà.

Sinossi: Solo un paio d’ore dividono Noah da Jude, ma a guardarli non si direbbe nemmeno che sono fratelli: se Noah è la luna, solitaria e piena di incanto, Jude è il sole, sfrontata e a proprio agio con tutti. Eppure i due gemelli sono legatissimi, quasi avessero un’anima sola. A tredici anni, su insistenza dell’adorata madre stanno per iscriversi a una prestigiosa accademia d’arte. Tecnicamente è Noah ad avere il posto in tasca – è lui quello pieno di talento, il rivoluzionario, l’unico che nella testa ha un intero museo invisibile – e invece in un salto temporale di tre anni scopriamo che è Jude ad avercela fatta, ma anche che i due fratelli non si parlano più, che Noah ha smesso di dipingere, che si è normalizzato, e che Jude si è ritirata dal mondo che tanto le calzava a pennello. Cos’ha potuto scuotere il loro legame così nel profondo?In un racconto a due voci e a due tempi, Noah e Jude ci precipitano tra i segreti e le crepe che inevitabilmente si aprono affacciandosi all’età adulta, ma anche nelle coincidenze che li risospingono vicini, laddove, forse, il mondo può ancora essere ricucito.


Ti darò il sole è un libro per ragazzi, con uno stile semplice ma molto particolare ed una storia che volge in alcuni punti al paranormale, tanto che per gran parte del libro non riuscivo a capire dove l’autrice volesse andare a parare. Nonostante lo stile non sia particolarmente ricercato è piacevole e abbastanza coinvolgente tanto da avermi permesso di leggere velocemente le parti stabilite per il GdL. Sono stata brava però, ed ho seguito alla lettera il calendario preparato da Denise senza correre avanti, ma che fatica!!!! Ora sono arrivata alla fine e boh… non riesco ad avere un’idea definita.
L’autrice con questo libro ha scelto di parlare di due gemelli Noah e Jude, inseparabili fino a un certo punto, in conflitto da un certo punto della storia in poi. 
Quando facciamo la loro conoscenza hanno 13 anni. Noah è gay, e per questo continuamente preso di mira dai bulletti della sua scuola. Ha un unico modo per sfogarsi e sentirsi veramente libero: disegnare. Sua sorella Jude invece è popolare, bella, divertente ed adorata, tanto che è proprio grazie a lei se spesso a Noah vengono risparmiate le solite angherie. Hanno un padre che non accetta il modo di essere di Noah ed una madre un po’ folle che vede la nonna morta e non ne fa segreto con i figli. La madre – insegnante d’arte - sembra avere un occhio di riguardo per quel figlio tanto talentuoso ma spinge entrambi a fare domanda di iscrizione alla CSA, l’importante scuola d’arte della città. Noah è entusiasta, Jude ovviamente no. Lei non è capace di dipingere e non si sente per niente all’altezza del fratello, il suo unico talento è quello di realizzare delle sculture di sabbia che però non mostra mai a nessuno; impossibile per lei entrare in una scuola così prestigiosa. Tutto sembra scontato ma in realtà nulla lo è. Le loro vite cambiano in un soffio e tutte le certezze sembrano infrangersi, stravolgendo il futuro di ognuno di loro, tanto da allontanarli, irrimediabilmente.
Ogni capitolo è narrato in prima persona e in ognuno si alternano il punto di vista di Noah – quando i fratelli hanno 13 anni – ed il punto di vista di Jude – quando di anni ne hanno 16 – creando un salto temporale di tre anni tra ogni capitolo. Questo salto temporale che all’inizio della lettura non sembrava un disagio per lo scorrere della storia, con il passare dei capitoli ha cominciato ad infastidirmi, perché mi dava la sensazione di leggere due storie totalmente slegate tra loro – anche se in realtà non lo sono –. Se i capitoli di Noah mi conquistavano sempre di più, quelli di Jude quasi mi annoiavano e questo ha inciso non poco sulla lettura. Le parti “paranormali” con madre e nonna morte che si palesano a Jude mi sono inoltre sembrate totalmente inutili alla storia, infatti non mi sembra aggiungano nulla di essenziale per il suo svolgimento; all’inizio della lettura mi chiedevo dove l’autrice volesse andare a parare con questo risvolto e me lo chiedo ancora adesso che l’ho terminato, ma magari è colpa mia, magari mi è sfuggito qualcosa. Un libro che non posso dire non mi sia piaciuto totalmente – la lettura infatti è andata spedita - ma di certo – e so di essere controcorrente - è un libro che non mi rimarrà particolarmente nel cuore o nella mente; sarà che l’ho letto in contemporanea con Ritorno a Riverton Manor di Kate Morton e la differenza tra stile, resa dei personaggi, costruzione della storia è abissale quindi può essere che il mio giudizio sia anche stato condizionato da questo ma tant’è… in fondo è risaputo che il pensiero su una lettura possa cambiare in base al momento, in base a ciò che si è letto prima, in base allo stato d’animo! Niente, un voto a metà per un pensiero a metà.
Voi lo avete letto? Vi è piaciuto? Mi piacerebbe confrontarmi soprattutto con chi lo ha amato!

 VOTO: 













Nessun commento:

Posta un commento