giovedì 11 giugno 2015

Recensione #66 - Qualcosa di vero di Barbara Fiorio

Buongiorno carissimi!! Scusatemi se in questi giorni sono un po' assente qui ed anche sui social ma tra i miei casini e una connessione che non vuole saperne di funzionare  tutto gira a mio sfavore...
Io comunque ce la metto tutta!
Sono qui oggi per parlarvi di un libro che mi ha totalmente conquistata: Qualcosa di vero di Barbara Fiorio edito da Feltrinelli, pag. 249.

Trama: A rincasare ubriachi nel cuore della notte si rischia di inciampare in qualsiasi cosa: un gradino, i lacci delle scarpe, uno stuoino fuori posto. Ma se ti chiami Giulia, sei una pubblicitaria di successo e per te l'infanzia è solo una nicchia di mercato, puoi anche inciampare in una camicia da notte con una bambina dentro: Rebecca, la figlia della nuova vicina. Allora, tra i fumi dell'alcol, puoi persino decidere di ospitarla per una notte sul tuo divano. Salvo poi rimanere invischiata in sessioni di fiabe da raccontarle ogni volta che la madre, misteriosamente, non c'è. Da Cenerentola a Pollicino, da Raperonzolo alla Sirenetta, purché siano sempre le versioni originali: quelle di Perrault, dei Grimm e di Andersen, dove i ranocchi si trasformano in principi soltanto se li lanci contro un muro, e non sono certo i baci a risvegliare le più belle del reame. Se invece ti chiami Rebecca e sei arrivata da poco in città, puoi provare a conquistare i compagni di classe con le "fiabe vere". Salvo poi imbatterti nelle temibili bimbe della Gilda del cerchietto, pronte a screditarti con le versioni edulcorate della Disney. E forse, nonostante i tuoi nove anni, cercherai di far capire a Giulia, la tua amica del pianerottolo, che, anche se i principi azzurri nella realtà non esistono, l'uomo giusto a volte è più vicino di quanto si pensi. Ciò che ancora non sai è che la verità costa cara. E non solo perché certe cose è meglio non raccontarle, specie quando ci sono di mezzo i segreti degli adulti.

Il fungone raffigurato su questa cover mi ha conquistato immediatamente, da quando per la prima volta l'ho visto su una famosissima riviesta di settore. Avevo già deciso che lo avrei letto ancora prima di conoscerne la trama. Chiamatelo come volete: istinto, follia, rischio. Ora, col senno di poi, posso dire di essere felicissima di aver seguito l'istinto, di essere stata folle, di aver rischiato.
Con questo romanzo ho provato di tutto: risate, tenerezza, dolcezza, ansia, paura e - verso il finale - una tremendissima sensazione di vuoto e di mancanza che perdura ancora adesso.
Con una trama apparentemente semplice che racchiude invece un'attenzione profonda, la Fiorio è riuscita ad analizzare e far interagire il mondo degli adulti con quello dei bambini in modo perfetto, emozionante e divertente.
Giulia - pubblicitaria quarantenne di successo senza un particolare interesse verso i bambini, dedita al lavoro e con una vita solitaria - e Rebecca - "novenne" tenera, arguta, sensibile come solo i bambini a volte sanno essere - sono le protagoniste di questa storia. Si incontrano sul pianerottolo di casa una notte in cui Giulia rientra, un po' brilla, da una serata di bagordi e Rebecca, sola in casa, resta chiusa fuori dal suo appartamento.
Non usuale trovarsi una bambina su un pianerottolo di notte, anche per una come Giulia che nel suo lavoro di persone strane ne incontra a bizzeffe; impossibile lasciarla lì senza avere dei rimorsi di coscienza, quindi la ospita per una notte lasciando un bigliettino incomprensibile alla madre.
Comincia così un'amicizia strana, fatta di un divario di età enorme ma di una serenità che spesso manca anche nei migliori rapporti.
Giulia diventa un punto di riferimento per quella bambina che, ogni notte che si ritrova sola in casa perchè la madre la lascia per andare al lavoro, prende l'abitudine di bussare al muro della vicina con lo scopo di averla accanto per addormentarsi.
E' così che Giulia inizia a Raccontare a Rebecca delle fiabe, ma non fiabe qualunque: fiabe vere, non farcite di principesse bellissime, di carrozze incantate, di "e vissero per sempre felici e contenti" ma piene di vita vera, con personaggi che possono morire, persone che vengono punite in modo brutale, principesse belle ma stupide e ranocchi che per diventare principi devono essere lanciati contro il muro.
In un crescendo di ironia l'autrice ci porta quindi nel mondo delle fiabe dei Fratelli Grimm, quelle dove spesso il finale è diverso da quello che tutti conosciamo grazie alle fiabe recenti o a film Disney e nello stesso tempo ci porta nel mondo di Giulia - con la sua ricerca di un amore vero, le sue scadenze lavorative, la sua solitudine ed il suo lento ed inesorabile attaccamento alla bambine - e nel mondo di Rebecca- una casa nuova, una nuova scuola, una mamma affettuosa ma spesso assente di notte, un papa di cui in un primo momento conosciamo poco, una necessità di capire cosa le stia accadendo intorno e soprattutto un bisogno impellente di capire il mondo spesso incomprensibile degli adulti.
Per tutta la lettura ci accompagneranno quindi favole e fumetti. Fumetti, sì! Perchè oltre a questa meravigliosa coppia di protagoniste un ruolo predominante l'autrice l'ha dato anche agli uomini: Lorenzo, braccio destro di Giulia, amico, confidente, che con i suoi disegni rende reali le idee pubblicitarie della donna e che con la sua presenza riempie un vuoto che Giulia stessa non si rende conto di avere; Daniele, compagno di banco di Rebecca, amante del disegno attraverso cui sfoga la sua rabbia e la sua tristezza per un abbandono che nel suo cuore sa di non meritare; Leone, il vicino di casa delle due protagoniste, attore in pensione che comunica con gli altri in versi, un po' burbero e lamentoso.
Tutti personaggi caratterizzati in modo splendido che sanno entrare nel cuore del lettore.
Ma, come dicevo, questo romanzo è anche sinonimo di profondità, e porta a riflettere su temi importanti.
Conoscendo la storia di Anna, madre di Rebecca mi sono ritrovata con il fiato sospeso, con le lacrime agli occhi, con una rabbia interiore che non mi permetteva in alcuni momenti neanche di respirare. Avrei voluto a volte aiutarla, a volte scuoterla, a volte abbracciarla. 
Ho finito la lettura un giorno fa, a mezzanotte, nell'oscurità della mia camera da letto e nel momento stesso in cui ho letto l'ultima parola e ho spento la luce sono rimasta, per un tempo che mi è sembrato interminabile, senza voglia di dormire, con l'unica sensazione di impotenza  e di vuoto.
Un libro promosso a pieni voti che consiglio a tutti e che - sono sicura - oltre a farvi sorridere saprà anche farvi riflettere.

VOTO: 




20 commenti:

  1. Sei stata più che convincete direi, stamattina incursione in libreria, chissà magari il fungone stuzzicherà anche il mio istinto.

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    1. Grazie! Spero possa piacerti tanto quanto è piaciuto a me! :)

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  2. *-* Wow, sembra davvero interessante!! Ci farò un pensierino!

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  3. La cover è molto bella, ma ciò che mi attira di più è la storia, lo leggerò.

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    1. Una storia delicata ma anche divertente! Fammi sapere quando lo leggerai!

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  4. Mi hai incuriosita.Quest'estate lo leggerò.Anch'io sono stremata e penso alle vacanze come mai

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    1. Vacanze? Quali vacanze? Io se continua così mi sa che dovrò starmene a casa a rimuginare su questa vita che sembra solo togliere togliere e togliere... ma di certo i miei libri non me li toglie!!!

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  5. Complimenti Dany. Incantevole la tua descrizione. Voglio leggerlo!

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  6. Questo libro l'ho letteralmente divorato e amato, tanto che ne ho parlato anche io!!!! Adoro il suo stile ironico e il fatto che abbia parlato delle favole originali in un modo così irresistibile!!!! Davvero bravissima!

    Ho avuto anche io la stessa reazione leggendo la storia di Anna, mi sono immedesimata come donna e avrei tanto voluto poterla aiutare!

    Un bacione

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    1. Opsss...questo commento mi è scappato e lo leggo solo ora! Meglio tardi che mai! ;)

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