venerdì 22 agosto 2014

Chi ben comincia #49

Buongiorno a tutti! Come state? Io dopo una mattinata di sole cocente in  spiaggia, un pranzetto ed un caffè ho deciso di mettermi a preparare questo post che voi leggerete domani, di venerdì! Non sono sicura di riuscire ad avere la connessione domani, quindi ho pensato di preparare tutto oggi per non rischiare di dover saltare una puntata della rubrica.
E' infatti il momento di Chi ben comincia, rubrica ideata da  Alessia del blog Il profumo dei libri.
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Ho scelto di proporvi l'incipit di uno dei libri che ho letto finora in questo agosto vacanziero. Un libro dolcissimo, che mi ha emozionato moltissimo e di cui a breve scriverò la recensione. Mi riferisco a Non avere paura dei libri di Christian Mascheroni, edito da Hacca


REGOLE:

- Prendete un libro qualsiasi contenuto nella vostra libreria
- Copiate le prime righe del libro (possono essere 10, 15, 20 righe)
- Scrivete titolo e autore per chi fosse interessato
- Aspettate i commenti


Mia madre - la viennese che negli anni Sessanta indossava la sfacciataggine della libertà per le mormoranti vie di Appiano Gentile - aveva l'abitudine di bruciare i libri. Con il posacenere sul materasso e una pila di romanzi sul comò, in bilico come il palazzo di Inferno di cristallo, a Eva bastavano un paio di pagine per trasformare una sigaretta in una torre di cenere: un soffio di distrazione ed ecco che lapilli incandescenti finivano per bruciare punti e virgole, annerire paragrafi o creare crateri profondi quanto interi capitoli. Ma se non fosse stato per le sigarette, i suoi libri sarebbero comunque inceneriti per autocombustione: mia madre rimaneva sveglia fino alle quattro a leggere Johannes Mario Simmel, Han Suyin o Chaim Potok, riponendoli solo quando le pagine erano roventi. Al suo fianco dormiva Gino, mio padre, litografo e pompiere.
Il fuoco non era l'unico a marchiare i libri di mia madre. Eva - la viennese che si era liberata di un servizio di piatti per far spazio agli amati romanzi d'ambientazione parigina di Gàbor von Vaszary - imbeveva i suoi libri di Coca-Cola, ne impregnava le copertine di maionese o salsa di cren e li sfiniva con improbabili segnalibri, come fermacapelli o lime per le unghie.
Ancora adesso la rivedo, a letto, con la testa inclinata sulla spalla, mentre cede al sonno, vinta dall'emozione di un finale o dalle carezze che Pearl S. Buck, John Steinbeck e Hans Fallada le davano nel silenzio della notte.
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Cosa ve ne pare? Non vi sembra già di vederla Eva? E questa è la sensazione che si ha per tutto il libro: quella di sbirciare in quella stanza da una porta a vetri, assistendo alla vita di Eva e di Gino; una vita impegnativa, non facile ma accomunata dall'amore verso i libri!
Per il momento con questa rubrica vi saluto e vi do appuntamento a settimana prossima! 

4 commenti: